L'imperatore Federico Barbarossa
Federico di Hohenstaufen, appartenente alla Casa di Svevia per parte di padre e alla Casa di Baviera per parte di madre (i due casati per anni erano stati in lotta per la successione imperiale), viene eletto imperatore nel 1152 all'età di circa trentadue anni.
Il cronista medioevale Acerbo Morena di Lodi ce lo descrive di media statura, robusto, tarchiato e riccioluto, con i capelli e la barba rossi. Ha denti bianchissimi, occhi celesti e mani affusolate.
Ha gusti semplici, beve e mangia con moderazione. Federico ha ricevuto una rigida educazione militare, imparando fin da bambino a maneggiare la spada e l'arco: ancor assai giovane ha combattuto nella seconda crociata al seguito di Corrado, in Asia Minore contro i Turchi. I suoi unici svaghi sono la caccia e gli scacchi.
Sa leggere e scrivere, forse mastica anche un po' di latino, possiede qualche nozione di storia e di geografia. è una persona devota, ma non bigotta.
Sposa in prime nozze Adela di Vonburg, ma ben presto ottiene dal papa il consenso per ripudiarla, con il pretesto di una lontana consanguineità e per il fatto che non gli ha dato figli.
Nel 1156 sposa la ventenne Beatrice di Borgogna, una ragazza gracile e minuta, dagli occhi chiari e dai capelli castani. Beatrice è remissiva, pia, e anche istruita: conosce i classici e ha letto i padri della Chiesa. Il matrimonio viene celebrato a Vùrzburg in Germania. Nella Sala imperiale della Residenza di Vùrzburg nel 1751 Giambattista Tiepolo realizzerà un affresco celebrativo di questo matrimonio tra l'imperatore Federico Barbarossa e Beatrice di Burgundia, dove i due sposi sono ritratti inginocchiati davanti al vescovo e attorniati da dignitari e notabili. Beatrice porta in dote a Federico la ricchissima valle del Rodano, con le regioni della Borgogna e della Provenza, la Valle d'Aosta e la parte occidentale dell'attuale Svizzera.
Federico Barbarossa e i Comuni Federico di Svevia ha un ambizioso progetto politico: rifondare l'Impero romano-germanico di Ottone, riducendo all'obbedienza i feudatari ribelli e riportando sotto il suo dominio i Comuni medioevali di fatto ormai autonomi dal potere imperiale.
Nel 1154 scende in Italia con circa 2.000 cavalieri, con il loro seguito di armati, e convoca a Roncaglia, località del piacentino sulla sinistra del fiume Nure, i sudditi italiani. Qui ascolta le lamentele dei Comuni di Pavia, Lodi e Como contro la politica aggressiva di Milano. Toglie il diritto di zecca a Milano e lo assegna a Cremona. Federico si guarda però dal muovere guerra a Milano, perché dispone di forze troppo esigue, così si limita ad attaccare e distruggere i castelli di Momo, Trecate, Galliate, e infine di Tortona, acerrima nemica di Pavia. L'imperatore, prima di tornare in Germania, ribadisce il proprio potere su tutto il territorio e fa categorico divieto ai Comuni di lottare tra loro.
Tuttavia, nel 1158 torna ad aumentare la pressione di Milano su Lodi, che finisce per ribellarsi. lì giorno dell'Epifania Milano attacca Lodi e la rade al suolo.
Federico Barbarossa decide allora di scendere nuovamente in Italia, punta verso Milano forte di un esercito di 50.000 uomini, tedeschi, austriaci, boemi, borgognoni. La città resiste per un mese, poi è costretta a capitolare. Immediatamente dopo, l'imperatore convoca una nuova dieta a Roncaglia, proclama la Costitutio de regalibus, in cui avoca a sé tutte le regalie (diritto di imporre ed esigere tasse, di battere moneta, di amministrare la giustizia, di esigere corvées, ecc.). Infine nomina e impone ai Comuni degli ufficiali imperiali con compiti amministrativi.
Le decisioni di Roncaglia vengono ratificate all'unanimità, ma la loro applicazione scatena violente opposizioni. Pavia e Cremona accettano i funzionari imperiali, Crema si ribella e si appoggia a Milano che sta già meditando la vendetta. Il Barbarossa non tollera che le sue decisioni vengano disattese e attende rinforzi dalla Germania per punire i comuni ribelli, a cominciare da Crema.
L'imperatrice Beatrice di Borgogna a San Bassano
Nello stesso 1158 dalla Germania, insieme ai rinforzi, arriva anche l'imperatrice. è scortata da Enrico, duca di Sassonia, e dal duca di Baviera, che guidano numerose truppe. Beatrice di Borgogna si trasferisce a Lodi o, secondo altri, a San Bassano "per non essere ufficio muliebre a le mura combattere".
Lo storico cremasco Pietro da Terno afferma "La moglie di Federico venne a San Bassano, oppidulo del Cremonese, dove l'imperatore per visitarla anche lui si trasferisce" (Pietro da Terno, Historia di Crema 570-1557). Secondo questa testimonianza storica la moglie di Federico Barbarossa si insedia quindi a San Bassano, definito oppidulo, cioè piccola cittadina fortificata del Cremonese. Evidentemente San Bassano deve quindi avere un castello sufficientemente munito e in grado di dare buone garanzie in fatto di sicurezza, se l'imperatore l'ha scelto come luogo di residenza della moglie.
Il castello di San Bassano ha anche il vantaggio di essere situato non troppo lontano dal teatro di guerra, infatti il Barbarossa da luglio è accampato con il suo esercito sotto le mura di Crema e la sta cingendo d'assedio. Durissimi sono gli scontri, con episodi raccapriccianti, di inaudita ferocia: i soldati imperiali arrivano a legare alle testuggini, agli arieti, ai ponti di legno usati per l'assedio i prigionieri cremaschi, utilizzandoli come scudi umani. Ma, racconta la tradizione, i prigionieri cremaschi danno prova di indomito coraggio esortando i loro concittadini a colpire senza curarsi di risparmiare le loro vite di ostaggi. I Cremaschi, a loro volta, per vendicarsi radunano sugli spalti i prigionieri tedeschi e, dopo averli orrendamente mutilati, li sgozzano.
Nonostante il susseguirsi delle battaglie, Federico Barbarossa ogni tanto si allontana per recarsi a San Bassano dalla moglie. La qual cosa non è esente da pericoli, infatti il Terno racconta: "Sanguinosa battaglia fu quella, che venne fatta in assenza dell'imperatore; il quale se n'era andato a San Bassiano sul Cremonese à trovar l'imperatrice. Perciò che avvedutisi Cremaschi di ciò, uscirono con seicento cavalli, assalendo i nemici, per una gran pezza stettero alle mani".
Dopo circa sei mesi di aspro assedio Crema è costretta a capitolare, viene saccheggiata, evacuata e rasa al suolo. Ma la lotta dei Comuni sia tra di loro, sia con l'imperatore non è terminata, I Milanesi, approfittando della difficoltà di Federico di Svevia, che è ai ferri corti con il papa da cui è stato scomunicato e rischia perciò la totale ribellione di tutti i suoi sudditi, tornano a minacciare Lodi.
Il Barbarossa decide allora di risolvere una volta per sempre la questione di Milano e marcia alla conquista della città sostenuto dalle alleate Lodi, Pavia, Cremona e Novara. L'imperatrice Beatrice di Borgogna resta ad attenderlo nel castello di San Bassano.